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Milestone (pietra miliare)

  • Altezza: 2021
  • Tecnica: serigrafia di plastica termoformata su roccia lavica, smalto e plexiglass
  • Tipo Opera: Scultura
  • Riferimento: 3
  • Dimensioni: L: 33cm xA: 36cm xP: 32cm

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Opera: Milestone (pietra miliare)

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“Milestone”

 

Le parole travalicano i tempi, scorrono lontane, passano di bocca in bocca, arrivano a colmare nuovi pensieri e ad allietare con i loro suoni l’udito di chi le ascolta, la poesia si fa viva e si insinua nell’animo senza mai più staccarsene.

Cos’è l’amore? Quanto si ama? Come si ama? Chi diventa l’oggetto dell’amore?

Quando un poeta scrive, usa le parole che vede come forme, parole che si districano tra le altre per scelta, per peso, per suono che esse riproducono una volta scritte e pronunciate, per pensiero che si trasforma tra le righe e una sola frase, anche una singola parola, arriveranno dritte al lettore che, irrimediabilmente, le farà sue poiché è comune il sentire delle impressioni.

Quando un artista dipinge o scolpisce lo fa con i materiali che ha a disposizione, naturali o sintetici, vicino alla realtà o completamente ad essa scostata, lascia andare le sue mani e le sue dita insieme ai pensieri, isola se stesso per essere un tutt’uno con ciò che crea e anche nel rumore nasce il silenzio di ciò che è giusto, i colori saranno recepiti dagli occhi di chi guarda, le forme da chi sa vedere e tutto si completa nell’osservazione finale creata sul supporto scelto dall’artista.

L’opera “Milestone”, in cui la figura di Saffo diventa il simbolo di una diversa natura dell'amore, un personaggio diventato punto fondamentale nella storia e, appunto, pietra miliare nel mondo lgbtqi+, “Milestone” è dedicata all’amore, alle parole e alle immagini che qui vi si descrivono.

Il supporto, sul quale poggia stancamente il volto antico di Saffo che non guarda però lo spettatore, è una pietra di tufo originaria dell’isola di Lesbo, patria natale della poetessa greca. La riproduzione del volto attento e dagli occhi intensi della donna protagonista è ripresa dal medaglione pompeiano che identifica la poetessa Saffo, il suo aspetto pensieroso, la concentrazione palese negli occhi dirige lo sguardo non verso chi guarda, ma è invece assorto, rivolto a se stessa.

Il gesto dello stilo sul labbro accentua questa autonoma malinconia dove, nel silenzio dei pensieri, nasceranno le sue parole. L’immagine si adagia sulla pietra diventandone così un tutt’uno indissolubile, materiale e risultato sono un unicum: il tufo, come la parola e simile all’amore, è resistente alla compressione, al gelo e al fuoco e assorbe calore tanto da innalzare la sua temperatura.

Immagine e parola si fondono e si cristallizzano in bolle d’acqua, simbolo di vita e come i pensieri l’acqua ha memoria, attraversa i tempi e bagna da secoli la madre Terra. La pietra dell’isola si è formata al suono del vento e dagli spruzzi del mare e nella spiaggia di Lesbo il ricordo di antichi amanti si è fermato: il mare prende e il mare dà e nuove onde arrivano a portare (e a ghermire) con sé nuove emozioni e nuovi ricordi.

Un bacio è lasciato come segno sulla pietra, sull’immagine che ci guarda, è un bacio ricevuto o un bacio dato all’osservatore? È comunque un bacio carico, rosso di vita, passionale, quasi un sigillo posto a guardia di chi si ama e di chi ama.

Amare è quindi l’infelicità dalla quale non possiamo scappare in una vita che si fa battaglia e sofferenza, ma qual è quindi il potere che ci è dato? Semplicemente quello di poter scegliere l’amore e viverlo.

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