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Maggiorelli Giorgio

Maggiorelli Giorgio

Pittore Milanese, Classe 72. Si dedica all’arte dal 1993, passando da una preparazione non artistica, alla frequentazione della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove si Diploma nel 1997 con il Prof. Claudio Olivieri. Definisce la sua opera, talvolta figurativa-stilizzata, talvolta astratta, con riferimenti all’infanzia. La sua ricerca nasce da una forte introspezione onirica, dai contrasti tra finzione e realtà, mescolando, luoghi, colori e atmosfere. “Un gioco del tempo” in cui, passato presente e futuro, salgono e scendono gli stessi gradini, senza distinzione di causa, creando...

Pittore Milanese, Classe 72. Si dedica all’arte dal 1993, passando da una preparazione non artistica, alla frequentazione della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove si Diploma nel 1997 con il Prof. Claudio Olivieri. Definisce la sua opera, talvolta figurativa-stilizzata, talvolta astratta, con riferimenti all’infanzia. La sua ricerca nasce da una forte introspezione onirica, dai contrasti tra finzione e realtà, mescolando, luoghi, colori e atmosfere. “Un gioco del tempo” in cui, passato presente e futuro, salgono e scendono gli stessi gradini, senza distinzione di causa, creando una composizione visionaria che trova il suo corso naturale in un clima di sospensione. Il tutto legato ad un unico filo conduttore, il percorso espressivo, in continuo cambiamento e sempre in alternanza tra istinto e ragione. Quest’ultima sorretta da una simbologia composta da vari elementi. Dalle facciate delle case ai percorsi delle metropolitane di varie città, ai campi di vari sport, come intreccio di storie, di persone, di speranze, intendendo il gioco come metafora di vita, passando attraverso oggetti d’uso comune (posate, scolapasta, coltelli) che nella loro apparente inutilità, nascondono drammi e racconti di consuetudine domestica. Una descrizione che riflette sul disequilibrio tra gioia e dolore, illusione e disincanto, l’utile e l’inevitabile. “Fondamentalmente, è come quando ascolto la musica ad occhi chiusi e mi passano nella mente migliaia d’immagini di ogni genere. Il più delle volte é così che immagino la struttura di ciò che poi dipingerò, mi piace mischiare tutto.” I colori, così come la musica, sono ritenuti motore essenziale ai fini compositivi. Niente come la musica, infatti, riesce ad immortalare stati d’animo, come una vera e propria macchina fotografica dei sentimenti. Così parti di testi o anche testi interi di canzoni, diventano dei compagni di viaggio, concetti che per vari motivi hanno lasciato un segno, un po’ come quegli amici che per vite diverse non si vedono mai, ma fa sempre piacere rincontrare. Il colore viene trattato, invece, in due aspetti, quello tecnico, basato su una personale e ossessiva ricerca dell’intensità, pigmenti, oli, colle, luci, lucidità e trasparenze e quello emotivo che è anima, vita, è il suo modo di appartenere al mondo e di descriverlo. Se si potesse definire in un solo concetto la filosofia del personaggio, si potrebbe dire che per non pensare s’immaginerebbe una montagna innevata, completamente bianca, un ‘immersione nel neutro, che durerebbe solo qualche istante di pace, per poi poterla colorare.

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